La Katana

Trattare delle armi d’oriente, anche se limitata a quelle giapponesi, e’ un compito difficile per la vastita’ dell’argomento che esula gli scopi di una conferenza. Oggetto di questa chiacchierata sara’ la spada giapponese, quella usata dai Samurai.

Questa arma e’ stata sottoposta a tanti studi che ne evidenziano le caratteristiche tecniche, metallurgiche, artistiche, simboliche e solo gli esperti possono evidenziarne gli aspetti.

Parlare della  Katana  significa evocare realta’ e leggenda, circondati da una nebbia ove eroi, dei, cavalieri, amore, guerra, poesia ed arte si muovono senza fine. La Katana e’ stata considerata il simbolo del Giappone tradizionale e il fondamento del Bushido, durato oltre un millennio. La spada nasce con lo stesso popolo giapponese; il piu’ antico testo del paese narra che il principe Yamato la trovo’ nelle coda di un drago  e, con la collana e lo specchio, costituiscono il tesoro sacro del Giappone . A numerose lame furono attribuiti nomi di divinita’ e vennero usate per riti religiosi dallo Scintiosmo, forse perche’ possedevano tre caratteristiche: purezza,rarita’, valore.

Da sempre e fino al 1876, anno in cui l’imperatore Meji ne proibisce l’uso in pubblico, la spada e’ stata tramandata di generazione in generazione come massima eredita’ familiare.

Origine

Le piu’ antiche spade, quelle risalenti all’eta’ del bronzo, sono corte e simili alle daghe romane; con l’eta’ del ferro iniziano ad assumere la forma attuale passando dalla lama diritta con i bordi taglienti, a quella curva con un solo filo. L’origine e’ chiaramente cinese, come indicano i nomi (chien = due bordi e tao=un bordo), che sono all’origine di ken e to che divenne katana . Nel periodo Heian (794-1191), la lama inizia a curvarsi e il metallo diviene acciaio, la leggenda narra che fu creata tagliando in due la spada cinese. Nell’epoca successiva Kamakura (1192-1336) c’e’ l’invasione mongola e la produzione di armi viene enormemente sviluppata; nascono in questo periodo le armi piu’ prestigiose mai realizzate: Sagami, Bizen, Masamune. Esistono diverse lunghezze per la lama, normalmente il samurai indossava il daisho, una katana e una wakizashi, portati sul lato sinistro; erano riposte in fodere shirazaia o in scatole di lacca riccamente decorate. Inoltre esistono una quantita’ di pugnali la cui fattura spesso supera per bellezza e ricchezza le katane stesse: tanto, auchuchi, kozuka (questi ultimi posti nella guardia della katana, utilizzati per il lancio o quale ultimo mezzo di difesa).

Si distinguono quattro tipi storici:

  • Spada antica.:a lama diritta di derivazione cino-coreana CHOKUTO, male temperata (900)

  • Spada vecchia: 900-1530 KOTO, nata con il clan dei samurai che ne fecero l’arma piu’ micidiale nei combattimenti a breve distanza. E’ il perido delle lame migliori e di fabbri piu’ abili.

  •  Spada nuova: (1530-1867) SHINTO ove le spade perdono la loro funzionalita’ in favore di una maggiore bellezza artistica a causa dell’introduzione delle armi da fuoco e relativa pace.

  • Spada moderna dopo il 1868 SHIN SHINTO ove i fabbri, grazie anche agli acciai moderni fabbricano ottime lame , mantenendo la forgiatura tradizionale forgiatura.

 Nel medioevo giapponese la figura del fabbro veniva, per importanza, subito dopo i nobili ed i samurai. Questi artigiani conducevano una vita austera, prima di fare una spada si purificavano (misogi) e pregavano per invitare gli dei a proteggere il portatore; in breve dedicavano la loro vita al fine di realizzare l’arma piu’ perfetta. Con i secoli la loro abilita’ raggiunse vette ineguagliate: le caratteristiche delle lame si fecero sempre piu’ perfette: il filo piu’ affilato, il problema della durezza dell’acciaio che avrebbe potuto rompersi fu risolto mediante la fusione di strati metallici aventi durezze diverse, il peso si stabilizzo’ attorno al kilogrammo. Ogni famiglia di Daymo aveva i suoi esclusivi fabbri che si tramandavano le particolarita’ dell’arte in grande segreto. Sono molto rari i ricordi scritti per paura che fossero divulgati ad altri. La trasmissione era verbale, e quando anche si trovano indicazioni annotate, sono del tutto impossibili per tradurle in realta’ costruttiva.

Cito alcuni esempi:

”Battete l’acciaio sino a che assuma il colore della luna quando spunto nel cielo di giugno”

”Dopo la forgiatura finale immergete la spada nell’acqua che ha la temperatura in febbraio”

Per la tempra finale la lama era avvolta in una particolare terra refrattaria che assicurava la qualita’ dell’arma e donava il caratteristico disegno sul fianco della stessa. Poi era la volta del pulitore che doveva renderla liscia e lucente come uno specchio, questo lavoro richiedeva almeno due settimane, sfregando la lama con pietre a grana sempre piu’ fine, nel frattempo artisti incisori si dedicavano alla costruzione delle parti accessori e delle decorazioni. Ancora oggi una etichetta rigorosa impone di trattarla spada come un oggetto di culto: non la si deve guardare quando si sfodera o si inguaina, non la si tocca con le dita, non si respira verso di essa.

Spada e religione

    Un esempio dello stretto rapporto tra spada e religione si evidenzia con la famosa spada di Kusunaki Kunishige: e’ chiamata Bizen no Kuni Osafune Ju Kagemitsu , fa parte delle 500 lame tesoro nazionale giapponese. Questa spada ha in rilievo Kuri Kara (il dragone) sul fronte e Banji (caratteri san scritti) sul retro. Il dragone che si snoda sulla lama e’ il simbolo della setta esoterica buddista Shingon Mikkyo; il Kanji si legge Kanman e significa Acala che e’ una formula di incantesimo shingon. Il proprietario fu uno dei piu’ abili samurai della storia e credeva alla potenza della magia. Per penetrare nella comprensione di questi rapporti e’ necessario almeno sfiorare alcune caratteristiche che legano il samurai alla religione buddista. Il buddismo Mahayano dall’India, attraverso la Cina ove assorbi’ elementi della filosofia Tao e C’han, giunse in Giappone verso il 1200 e pervase tutta la cultura del popolo, specialmente la casta dei guerrieri, trovo’ nel ramo Zen gli elementi indispensabili al loro modo di pensare e vivere. Fondamento del pensiero del Budda e’ la legge dell’impermanenza e l’anelito a raggiungere lo stato di nirvana (nir = mancanza di passioni, desideri, agitazione, vana=l’insieme di questi), non come si pensa generalmente il nulla.

Lo zen libero da speculazioni intellettuali, o da scritture sacre, indica il mezzo per raggiungere lo scopo: l’autodisciplina, in cui possiamo distinguere :

  • Padronanza dagli stimoli che giungono ai nostri sensi

  • Padronanza del corpo, con la mente che governa le sue manifestazioni

  • Controllo delle passioni e dell’emotivita’

  •  Rigetto dell’io

Questo incontro fu naturale in quanto i samurai trovarono un mezzo per migliorare le loro capacita’ combattive, e lo zen si sviluppo’ grazie alla cultura e capacita’ di tali uomini. Ci sarebbe da esaminare il perche’ una religione fondata sull’amore universale e la compassione si divenuta il centro di sviluppo di una casta di guerrieri, ma andremo troppo oltre il nostro discorrere.

L’Hagakure ,considerato il testo principe dei samurai, venne scritto da un monaco zen nel XVII secolo e contiene una infinita’ di riferimenti religiosi:

  • se avete un io cosciente avete un nemico’

  •  ‘quando impugni la spada dimentica il corpo’

  •  ‘non e’ un vero samurai chi non sa andare al di la’ della vita e della morte’

Noi praticanti l’Aikido spesso citiamo mushin, mugen, munen, muga, che sono stadi che auspicano il raggiungimento di uno stato mentale che abolisca la discriminazione tra soggetto e oggetto, volonta’ ed azione, immediatezza dell’azione e spontaneita’. Dopo anni di allenamento il samurai riusciva in questo e poteva essere libero di combattere dimentico di tutte le tecniche apprese, perche’ la spada era divenuta un prolungamenti del suo corpo.

Dal credo del samurai:

  • Kizan (occasione ) e’ il mio progetto

  • Henno (adattabilita’) e’ il mio principio

  • Kyojtsu (in e io ) e’ la mia tattica

  • Fudoshin (mente imperturbabile) e’ il mio castello

  • Mushin (vuoto mentale) e’ la mia spada

Per concludere cito alcuni poemi della morte (Jisei) di alcuni samurai prima del seppuku:

  •  ‘Tenendo la spada io taglio in due il vuoto, nel mezzo del grande fuoco, un fiume di rinfrescante brezza’

  • Anche una vita generosa non e’ che una coppa di sake’; una vita di quarantanove anni e’ passata in un sogno, io non so cosa sia la vita ne’ la morte, gli anni passano ma tutto e’ un sogno.’

  • Passa il vento, cadono i fiori: piu’ che la loro scomparsa quella della primavera mi sta a cuore, come spiegarmi?’

  • I cieli e gli inferni sono lasciati indietro, io sto nell’aurora alla luce della luna, libero dalle nubi dell’esistenza condizionata’

Spero di aver sufficientemente spiegato perche’ quella lama affilata, elegante, ornata con sobrieta’, ci tramanda ancora oggi la storia di un popolo ed il suo spirito eroico nato nell’epoca Kamakura e nel contempo di aver risvegliato la curiosita’ per approfondire questi temi per me affascinanti.

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