il MU

 MU Indica la privazione di qualche cosa, una negativita’, l’inesistente, e’ sempre collegato con dei termini che specificano quale sia questa mancanza. Puo’ essere confuso con il termine Kara (vuoto del karate, spesso interpretato come mani vuote, anche se, nell’intenzione di Funakoshi l’interpretazione corretta sarebbe quella di lavorare per realizzare il vuoto (Mu), infatti nella filosofia cinese kara indica anche infinto. Il buddismo, prima ancora del taoismo ha fatto del concetto di Sunyata (vacuita’) il cardine della sua filosofia dando grande enfasi al concetto di Mu come vuoto, nulla ,non esistenza di cose, evidenziandolo come una esperienza che puo’ essere percepita tramite la meditazione. PerTakuan Soho il nulla e’ una condizione psicologica che puo’ operare positivamente liberandoci dai preconcetti. Oggi sappiamo che il vuoto assoluto non esiste (pensiamo all’esistenza dei campi gravitazionali). Il buddismo afferma che il modo di pensare dualistico impedisce di conoscere la realta’, solo superando questo si torna all’unita indifferenziata che e’il Tao, e cio’ e’ quando si cerca di realizzare con la pratica dell’aikido. Il libro di Lao Tzu e’ di fondamento per la pratica delle arti marziali e ci illustra con semplicita’ il concetto di vuoto: i raggi della ruota non servono se non c’e’ il mozzo vuoto, il vaso del vasaio e’ inutile se non c’e’ il vuoto, la casa e’ inutile se non c’e’ il vuoto della porta .Nel Tao si dice che non lottando posso vincere se agisco secondo la natura, ma per farlo devo svuotarmi, fare il vuoto e farlo agire in vece mia. Lo Zen ha dato importanza all’idea di vuoto come esperienza pratica che ha intriso tutte le arti giapponesi, per esempio nella cerimonia del Chanoyu dove vuoto reale (il giardino asimmetrico, il sentiero, la piccola sala) si coniuga con quello mentale favorito dalle azioni dell’officiante e dall’immersione in un ambiente essenziale e vuoto da ogni elemento di distrazione: la tazza di te’ che va svuotata e’ una metafora della mente umana che deve liberarsi dai pensieri per poterne accogliere di nuovi; oppure nel Sumie ove l’alternarsi dei chiaroscuri dell’inchiostro nero sulla carta bianca evidenziano gli spazi vuoti ci portano a dimenticare il significato dei simboli rappresentati e penetrare in una diversa realta’. Al fine di ritrovare quella mente originaria di cui parlano i saggi e’ quindi necessario fare il vuoto delle cose inutili e questo si raggiunge attraverso uno stato di silenzio interiore che non segua i pensieri condizionati con una corretta respirazione e l’immobilita’ (meditazione).

Enso

E’ un cerchio con un colpo di pennello. Il cerchio rappresenta nel vuoto la pienezza, la potenzialita’ del tutto e rappresenta il vero essere, si dipinge con il vuoto mentale e rappresenta l’armonia per quanto fatto con mano imperfetta. L’enso non e’ chiuso perche’ si apre allo spazio infinito ed e’ simbolo dell’Aikido; pensiamo alle parole di O’ Sensei.

Muko

Non forma, non intenzione, non dubbi mentali.

Mu gamae

Non guardia, postura.

Mu nen

Libero da pensieri, senza false idee e pensieri. Alan Watts lo interpreta come una specie di non attaccamento ai pensieri pratici. Cosicche’ la mente puo’ rispondere con naturalezza alle necessita’ del momento.

Mu gen

 Infinito, illimitato, non ristretto.

Muga – Mushin

Stato di non mente vale a dire senza pensieri, e senza paura di perdere l’ego durante il combattimento; il primo si riferisce alla privazione de se’ e dell’ego, disinteresse per il personale vantaggio, quindi ha un aspetto di natura fisica, il secondo riguarda l’aspetto puramente mentale

WU WEI

In giapponese conosciuto come Mui, termine tipicamente taoista, indica il non fare, lasciare che le cose avvengano spontaneamente senza forzature; se si esercita una volonta’ si interrompe l’armonia esistente; da qui l’idea di evitare tutte le azioni inutili.

Letture di approfondimento

Hisamasu Shin’ichi: “La pienezza del nulla” (ed.Il Melangolo Genova) 

Takuan Soho: “Lo zen e l’arte della spada” (ed.Mondadori)

Gianfranco Pasqualotto:  “Estetica del vuoto” (ed.Marsilio VE)

 Suzuki Daisetsu:

Francois Jullien: “La grande immagine non ha forma” (ed.Angelo Colla)

Alan Watts: “La via dello Zen” (ed.Feltrinelli)

Edward Conze: “Sutra del diamante, Sutra del cuore (ed.Ubaldini Roma)

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